Mercoledì 15 novembre, a Palazzo farnese si è inaugurata la I Mostra di Artigianato Artistico realizzato negli Istituti penitenziari di Lanciano e di Chieti e noi, alunni delle terze classi dell’ITC, siamo stati invitati a partecipare. Dopo la conferenza stampa, introdotta dal Sindaco di Ortona, siamo saliti al piano superiore, dove erano esposti i manufatti: ci hanno colpito subito la bellezza e i colori dei quadri e l’accuratezza con cui sono state realizzate le sculture da parte dei carcerati. I paesaggi, dai colori accesi, emanavano sensazioni positive che contrastavano la malinconia, la tristezza che invece trasparivano dalle lettere d’amore scritte ai loro cari. Il primo pensiero che si è affacciato alla nostra mente è stato: “Dove trovano la forza, la motivazione a creare oggetti così belli e pieni di sentimento?” Oltre ai paesaggi, che richiamano ricordi di ciò che si trova esternamente alle mura del carcere e che loro non possono vedere più, ci hanno colpito le riproduzioni di animali docili, tra cui un cervo, che donavano ai visitatori una sensazione di dolcezza e di tranquillità. Così come il grande castello fatto di pietrisco, gli strumenti musicali fatti con gli stuzzicadenti, che hanno richiesto tanta bravura e tanto lavoro paziente. Alcuni detenuti erano presenti alla manifestazione in qualità di guide: la cosa più importante per noi è stata leggere nei loro occhi l’emozione profonda mista all’imbarazzo nell’esporre opere che rispecchiano i loro sentimenti, le loro emozioni più nascoste e vedere come l’emozione si trasformi in orgoglio perché il loro impegno, attraverso questa iniziativa, è stato riconosciuto e costituisce per loro una sorta di riscatto. In loro presenza ci siamo sentiti tranquilli e sereni, abbiamo dimenticato in quali contesti e da chi le opere sono state elaborate. Siamo riusciti, in fondo, ad apprezzare gli artisti, senza pregiudizi sugli uomini. (Testo a cura degli alunni Xheri Blushi e Jehona Hamza della III A FM; servizio fotografico a cura degli alunni della III A T)
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