Subito dopo l’Epifania, fervono i preparativi per questa festa che lascia per qualche ora i brutti pensieri da parte. Specialmente nella nostra città, il Carnevale è la festa di noi ragazzi. Siamo noi a curarne tutti gli aspetti, siamo noi ad animare queste due giornate. Ed è proprio su questo che voglio soffermarmi. Ogni scuola del territorio allestisce un carro allegorico, finanziato volontariamente dagli alunni e da una piccola somma data dal Comune.
Parliamo del carro per eccellenza, quello del Nautico, anche perché la tradizione che lega l’istituto Acciaiuoli al martedì grasso è fortissima! La costruzione è cominciata all’incirca tre settimane fa. Una volta trovato un capannone, abbastanza grande da accogliere l’intera struttura che rispetti le misure dateci dagli ingegneri del Comune, si passa a trovare appunto un carrellone che possa trasportare il manufatto. Ci impegnamo sempre a fare il tutto a risparmio, cercando qualche buon’anima che ci dia queste due cose a titolo gratuito, anche perché sono quelle che ci serviranno per più tempo. Fatto ciò, si comincia.
Si forma una squadra che verrà a lavorare e ognuno porterà più attrezzi possibili, che verranno condivisi da tutti. Abbiamo i ragazzi, abbiamo gli attrezzi, ora serve la materia prima. Da qualche anno, i carri vengono fatti di legno, mentre prima erano di ferro. Questa scelta è dovuta al fatto che non possiamo bucare o saldare il pianale del carrellone che dobbiamo restituire, in quanto verrebbe rovinato e indebolito. In più molte assi di legno vengono recuperate dopo lo smontaggio e quindi messe da parte per l’anno venturo.
Una volta dato il tema, si è passati al progetto, disegnando il soggetto del carro e quindi all’allestimento. Una volta costruita la struttura del pianale rialzato, pressoché uguale per ogni anno, si inizia con un minuzioso lavoro per dare una forma a quella impersonale scatola di legno. Bisogna stare attenti a non sforare con le misure però. Quest’anno il Nautico ha deciso di realizzare il carro dedicato al marinaio Braccio di ferro, un tema che richiama molto la materia a cui questa scuola si dedica. Inoltre, abbiamo deciso di costruire anche un fantoccio, cosa che la nostra scuola non faceva da almeno cinque o sei anni. Ci siamo accorti che era una mossa strategica da fare, per non essere monotoni e per guadagnare la vittoria simbolica. E visto che abbiamo cominciato con un sacco di anticipo e i fondi che avevamo erano sufficienti, abbiamo voluto esagerare: il nostro “mammoccio” si muoverà. È una cosa che ci siamo potuti permettere, sia per il tempo e i soldi che abbiamo, come già detto, sia per le competenze e le conoscenze che abbiamo appreso a scuola. Infatti i movimenti sono dati da pistoni ad aria, studiati in classe nell’ultimo periodo del quarto anno nella materia macchine, e abbiamo deciso di applicarli a questo progetto, sia per divertimento, sia per dimostrare a noi stessi e ai prof di macchine, che ci sono venuti anche a trovare, che i loro insegnamenti non sono stati vani. Ora ci siamo divisi in due squadre, perché abbiamo cominciato a fare la cartapesta. Abbiamo chiamato anche le ragazze, molto più precise e pazienti di noi in questa fase della lavorazione, mentre noi continuamo ad ottimizzare i meccanismi dei movimenti.
Manca poco più di una settimana, speriamo che tutto vada per il meglio, e contiamo di fare una bella figura… visto l’impegno e le ore che ci stiamo dedicando, ce lo meritiamo. A fine storia vi dirò com’è andata! (Alessandro Piattone V macchinisti B)
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