Il secolo del terrore

Per un intero secolo si è vissuto nel terrore, con la paura di non poter rivedere i propri cari o i propri vicini di casa, perché da un momento all’altro si poteva udire il suono dei caccia sorvolare sulle proprie teste e propagarsi nel cielo. Il battito cardiaco accelerava quando si realizzava che, dopo pochi istanti, gli aerei della nazione nemica avrebbero potuto sganciare una bomba sulla strada che si percorreva quando, prima dello scoppio della guerra, ci si recava a scuola o al lavoro. Si parla di quasi tutto il ‘900, afflitto da guerra e distruzione, perché la guerra non è mai finita. […] Anziché finita, si pensa che ci possa essere un terzo conflitto che non escluderà alcun paese al mondo. La rabbia, la gelosia, il rancore e la violenza sono sentimenti che fanno parte del genere umano, sono nel gene primordiale dell’uomo. Con il passare dei secoli si sarebbero dovuti attenuare, in quanto ciò che contraddistingue l’essere umano dagli animali è la ragione. Se non la si usa per stare bene con se stessi e con gli altri, allora che senso ha avere la ragione? Tanto vale tornare all’era preistorica, dove tutto era consentito e niente era di nessuno. Se il progresso prevede ordine e libertà, si devono dare dei limiti che tutti devono rispettare. Non bisogna “farsi valere” con le armi, perché la guerra genera altra guerra e, a lungo andare, non si potrà più fermare. Ma oltre a sentimenti oscuri, all’interno della razza umana sono presenti anche gioia, rispetto, perdono e fratellanza, basi solide per convivere tutti insieme stando bene e regolando in maniera civile i propri rapporti. […] Se tutti gli uomini cessassero di sopraffarsi l’un l’altro (“Homo Homini Lupus”, ogni uomo è un lupo per un altro uomo, affermazione di Hobbes), si riuscirebbe a vivere in pace senza guerre, senza violenze, senza orrore. Per avere ciò che si vuole, si deve combattere, non con violenza, ma ascoltando l’anima e la ragione. Se ci si eguaglia, mettendo tutti sul medesimo piano, non si può sottomettere né essere sottomessi. È questo che l’umanità deve capire: né al di sopra, né al di sotto di nessuno. Paradossalmente Mohandas Karamchand Gandhi venne assassinato proprio a causa dei suoi ideali pacifici da persone che evidentemente non avevano la forza mentale per competere con un tale personaggio, nascondendosi dietro alla violenza. Per quasi un secolo si è combattuta una guerra che è già stata persa dall’inizio, perché combattendo tra uomini l’unica cosa che può finire è la vita sulla Terra, e quando anche l’ultimo uomo morirà, niente avrà più senso. Per evitare tutto ciò, si dovrebbe invitare tutti a sognare un mondo nuovo, dove si possano sentire le risate e percorrere qualsiasi strada si voglia senza aver paura di lasciare quel bunker sotterraneo utilizzato più del dovuto. Se si sogna la pace nel mondo, si realizzerà. Si deve lanciare un messaggio che tutto il mondo dovrebbe ascoltare: “Usate l’intelletto, non la violenza”. Miriana Nicolucci, 5^ C Capitani

Author: redazione

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