Stiamo vivendo fragili settimane di insicurezza e di paura. Tutto il mondo è colpito dal coronavirus (covid-19), una malattia infettiva iniziata nella città di Wuhan in Cina alla fine di settembre 2019. Questa infezione è provocata da un virus del pipistrello che, mutato nell’uomo, si trasmette tramite le particelle del respiro che passano da una persona all’altra con uno starnuto, un colpo di tosse o un contatto ravvicinato con una persona infetta.
A causa di questo virus, il 5 marzo il nostro governo ha emanato il decreto che ha portato alla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e che è in vigore tutt’ora. Da quel momento in ogni istituto è stata organizzata la didattica a distanza, che si sta svolgendo in questi giorni.
Così anche io, da studente dell’Istituto Nautico Acciaiuoli di Ortona, svolgo ogni mattina le video lezioni, nel rispetto degli orari scolastici. Le video lezioni secondo me sono un mezzo idoneo e il più utilizzato da quasi tutte le scuole, ci permettono di avere un contatto con i professori e gli amici e consentono ai professori di svolgere interrogazioni e verifiche, di correggerle in tempo reale, di svolgere l’appello, di spiegare nuovi argomenti, di non rimanere indietro con il programma. Inoltre stiamo utilizzando piattaforme come Google Classroom ed altre che permettono di interagire semplicemente con lo smartphone, andando ad agevolare gli studenti che non possiedono un computer. Anche se a volte le video lezioni sono complicate, per connessioni di internet deboli causate dal posto in cui ci si trova o per una perdita di rete temporanea.
Finite le video lezioni mattutine e dopo lo studio pomeridiano, incomincia il mio tempo libero: leggo, qualche volta cucino, gioco a basket fuori in giardino e faccio giochi di società con la mia famiglia. In questo tempo libero penso anche a tutta la libertà che avevo e che non apprezzavo abbastanza e che oggi invece non ho più. Il non sapere quando finirà questa situazione mi rende triste, preoccupato e ansioso per il futuro, poiché, come ormai sappiamo, questa malattia infettiva ha molte ripercussioni sull’economia e cambierà anche lo stile di vita delle persone.
Ma per fortuna possiamo vedere anche i lati positivi: abbiamo risolto il problema del traffico e dell’inquinamento; abbiamo incrementato l’uso dello smart working e per esempio il piacere del giardinaggio e l’affetto per gli animali ma soprattutto abbiamo riscoperto il piacere di mangiare a casa con la propria famiglia.
Dicono che dobbiamo continuare a mantenere le distanze di sicurezza, usando mascherine e guanti fino a quando non avremo il vaccino. Io mi chiedo spesso come faremo a settembre a rientrare a scuola mantenendo le distanze tra noi, avendo aule poco spaziose. Per ora una cosa è certa: tutti dobbiamo cercare di rispettare le regole come ad esempio lavarsi spesso le mani, non toccarsi gli occhi e la bocca con le mani sporche ma la cosa più importante è restare a casa data l’elevata contagiosità di questa malattia infettiva. Con la collaborazione di tutti TUTTO ANDRA’ BENE.
Matteo Briosi 3 CAIM B Nautico
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