Il 27 gennaio si commemora la Giornata della Memoria, una data in cui ogni anno si ricordano le vittime dell’Olocausto e si riflette sul significato della Shoah.
Questa ricorrenza è molto importante perché nessuno deve dimenticare cosa è accaduto a milioni di persone vittime di terrore, persecuzione e morte.
Anche noi studenti, a modo nostro, abbiamo cercato di ricordare questo giorno, attraverso una video conferenza su Meet, a cui hanno partecipato le classi 4^PTS, 4^SSO, 5^SSO, 5^A IPAI, 5^B IPAI dell’Ipsia “Marconi”, le classi 4^CMN A, 4^ CMN D e 5^ CMN A dell’ITN “Acciaiuoli” e le classi terze medie dell’I.C. Francesco Paolo Tosti di Ortona.
L’evento è stato molto interessante perché ogni classe ha presentato un lavoro diverso e da tutti i contributi è emerso l’impegno di noi alunni. Ogni classe infatti ha cercato di esprimere cosa è successo in quei tempi bui.
Noi ragazzi della 5^B Ipai abbiamo realizzato un PowerPoint che aveva come argomento i campi di internamento e concentramento in Abruzzo: ognuno ha svolto la ricerca su un singolo campo di prigionia presente in Abruzzo, poi abbiamo unito tutti i contributi e registrato le nostre voci. Infine un nostro compagno, Samuele, ha trasformato il powerpoint in un video con le nostre voci narranti ed ha aggiunto una musica di sottofondo.
Ci ha colpiti molto sapere che anche in Abruzzo c’erano campi di concentramento. Prima di svolgere la ricerca, infatti, eravamo totalmente ignari di questo aspetto della storia dell’Abruzzo.
Abbiamo scoperto che ogni campo aveva regole diverse e, soprattutto, che nei campi di prigionia si potevano trovare non solo ebrei ma anche zingari, invalidi, oppositori politici e persone che, per la loro etnia, non rispondevano ai canoni della “razza ariana”.
Per lo più si trattava di campi di internamento e di concentramento e non di sterminio: ciò significa che gli internati non erano destinati ad essere uccisi in questi luoghi, sebbene fossero comunque veri e propri prigionieri, persone private della libertà personale e di circolazione. Molti di loro vi furono internati temporaneamente, in attesa di essere poi trasferiti nei campi di sterminio, dove venivano uccisi.
Ci ha fatto molto riflettere il fatto che venivano imprigionati innocenti che non avevano fatto nulla, solo a causa del colore della loro pelle, della razza o della religione.
Al di là dei contenuti, questa modalità di lavoro collaborativa ci è piaciuta molto e speriamo di avere altre occasioni per svolgere attività con questo metodo di lavoro.
Tutti i contributi sono stati molto interessanti, perché in ognuno è stato evidente lo scopo di imprimere nella memoria di tutti noi un avvenimento tanto crudele quanto insensato come quello della Shoah. Un contributo che ci ha colpito particolarmente è stato il plastico realizzato dalla 5^A IPAI, che riproduceva un campo di concentramento. La presentazione del plastico è stata accompagnata da un video in cui ne è stata mostrata la realizzazione passo passo ed è stato illustrato il campo di concentramento.
Un altro momento molto significativo lo abbiamo vissuto quando tutti insieme, a fine conferenza, abbiamo applaudito in memoria delle vittime cadute. La sensazione è stata che fossimo tutti nello stesso posto, anche se in realtà non era così.
Pur essendo passato molto tempo dalla Shoah è importante raccontare quanto è successo: il ricordo fa ancora male perché dimostra a che punto l’uomo può arrivare per perseguire un’idea folle.
Dobbiamo cercare di sensibilizzare i giovani come noi e i più piccoli, che saranno il futuro, così da non ripetere più queste azioni orribili.
In conclusione, l’evento é stato molto interessante anche se svolto a distanza; i lavori sono stati utili spunti di riflessione per ognuno di noi; sarebbe interessante organizzarne altri, speriamo anche che presto si possano realizzare in presenza.
Armando Berghella, Samuele D’Intino, Dennis Muhametaj, Giuliano Laruccia, Giuseppe Rosati, Qerim Veliaj, Daniel Graziani, Igli Shkuka, Oleh Benderyshyn (Classe VB IPAI)
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