Esplorando l’Abruzzo montano: viaggio a Bominaco e a Santo Stefano di Sessanio.
Un viaggio rimandato e tanto atteso: un’attesa lunga un anno. Neanche la pioggia ha rovinato l’atmosfera di festa che ha accompagnato i ragazzi dell’ITC alla scoperta dei luoghi più caratteristici della loro regione.
L’Oratorio di San Pellegrino, soprannominato “la piccola Cappella Sistina d’Abruzzo”, è un sito di interesse storico-artistico risalente al primo periodo medioevale, che racchiude un brano pittorico di incredibile bellezza: 470 mq di affreschi risalenti al 1263, di argomento religioso.
Nel borgo di Santo Stefano, a pochi chilometri da L’Aquila, il tempo sembra essere rimasto fermo al 1800: un piccolo paese arroccato a circa 1200 m di quota che ospitava famiglie dedite alla pastorizia e all’agricoltura, recuperato a partire dai primi Anni ’90 e oggi visitato da turisti di tutto il mondo.
Alla reception dell’Albergo diffuso “Sextantio”, ci ha accolto Roberta, che ha raccontato come è nata e come funziona questa nuova realtà ricettiva.
Com’è nata l’idea dell’albergo diffuso?
“La struttura dell’albergo diffuso è stata realizzata cercando di ristrutturare e mantenere il più possibile abitazioni che erano abbandonate da più di un secolo: erano le case dei pastori, che alla fine dell’’800 sono stati costretti a emigrare all’estero per sopravvivere. Gli abitanti di Santo Stefano sono emigrati principalmente verso gli Stati Uniti e il Canada, che sono particolarmente lontani, così da non riuscire più a tornare nelle loro case d’origine, rimaste ferme a quel tempo, in cui non c’erano tutti i servizi moderni (acqua potabile ed elettricità sono arrivate all’inizio del ‘900, in epoche anche abbastanza recenti rispetto a quanto è avvenuto in altri posti d’Italia). L’idea dell’albergo diffuso è un progetto di recupero e di restauro conservativo, per mantenere il più possibile l’identità di questi luoghi. L’abbandono, che è stato per molti anni il rifiuto di quella povertà che queste abitazioni rappresentavano, adesso è diventata una forma di riscatto: ci sono molti posti che hanno tanto da raccontare e l’idea geniale è stata far vivere questo tipo di esperienza a chi vuole uscire fuori dai canoni della ricettività solita.
Qual è la caratteristica principale di questa offerta ricettiva?
Non viene offerto soltanto il pernotto con i servizi igienici e la colazione: il “plus” è calarsi in un’altra epoca, in un’idea di turismo che è molto legata all’andamento della giornata, a un ritmo fuori dalle dinamiche quotidiane. Si tocca con mano la vita di un tempo, ma con i confort di adesso, tipo l’utilizzo dell’acqua calda, la disponibilità di energia elettrica e di connessione wifi. Anche tutti i prodotti utilizzati all’interno dell’albergo, dai tessuti realizzati al telaio, alle ceramiche realizzate appositamente sulla base di ritrovamenti o di fotografie, testimoniano una volontà di far rivivere l’identità di questi posti senza snaturarli a fini turistici e prettamente economici”.
A quanto ammonta in questo periodo la popolazione locale?
“Santo Stefano ufficialmente conta 112 abitanti residenti, ma nella realtà ci sono circa 70 persone che vivono stabilmente nel borgo. Molti sono tornati a vivere a Santo Stefano, nuove generazioni figlie di persone che si erano stabilite in città per necessità lavorative sono tornate a vivere nelle case dei nonni e hanno aperto attività turistiche (ristoranti, b&b, etc.), per cui si è accelerato un circolo virtuoso che ha risollevato l’economia di tutto l’hinterland e non solo di Santo Stefano di Sessanio, creando un indotto che genera economia. A partire dal 2017, l’albergo ha iniziato ad avere una stagionalità: si chiude dopo il ponte dei morti e si riapre per i primi di dicembre per richiudere dopo l’Epifania e riaprire a fine marzo. Sono stati scelti questi periodi in quanto l’affluenza è sempre stata molto scarsa, specie nei giorni infrasettimanali. abbiamo deciso di concentrare in questi due periodi di fermo gli interventi di manutenzione, necessari per una struttura così antica. È un momento di rigenerazione per noi e utile per approntare un tipo di accoglienza precisa nel dettaglio”.
Come vengono gestite la reception e tutta la struttura dell’albergo diffuso? C’è una cooperativa, una società?
“C’è una società s.r.l. che fa capo a Daniele Kilghrem con un organigramma. C’è un responsabile operativo di struttura in ogni sede e un responsabile commerciale che è lo stesso per entrambe, poiché la politica di marketing è la stessa: gestisce tutte le politiche commerciali, i social, le rassegne stampa, etc. Esiste una struttura gemella a Matera, dove la filosofia del recupero è sempre la stessa, cambiano la location e un po’ la storia. Esiste poi un ufficio amministrativo con sede a Pescara.
Sotto al responsabile di struttura c’è un responsabile ricevimento, un r. eventi, un r. operativo. Il r. eventi si occupa di ricevimenti, matrimoni, gruppi e su indicazioni che vengono dal r. commerciale si adopera per la comunicazione con i clienti. Il r. ricevimento si occupa degli ospiti individuali. Il r. operativo si occupa della parte organizzativa materiale, è un po’ il dietro le quinte di tutto quello che poi succede”.
Il turismo attualmente è di tipo locale oppure ci sono presenze dall’estero?
“Questa struttura è stata conosciuta prima all’estero e poi in Italia, per cui fino a qualche anno fa i clienti provenivano principalmente dal Nord Europa e dagli Stati Uniti. Negli ultimi anni abbiamo iniziato ad avere anche presenza di italiani”.
Il target di appartenenza qual è?
“È medio-alto. C’è anche chi si concede la giornata per fare questo tipo di esperienza. Naturalmente anche le tariffe non sono proprio accessibili a tutti. Si tratta per lo più di professionisti, imprenditori”.
C’è qualche evento strettamente legato al periodo natalizio?
“No, perché il Natale proposto in albergo è molto intimo, di famiglia: a parte la cena della Vigilia e il pranzo di Natale in cui viene proposta una ristorazione rivolta al pubblico, l’ambiente è comunque familiare, raccolto”.
Avete già qualche prenotazione?
“Negli ultimi due anni operativi, Natale è risultato il periodo più gettonato, mentre Capodanno si riempie sempre all’ultimo momento.
A livello commerciale abbiamo un pacchetto di minimo tre notti; poi proponiamo i corsi per la preparazione dei dolci tipici rituali, portiamo a spasso la gente quando è possibile con le ciaspole o a piedi: insomma proponiamo attività di svago correlate al periodo in cui si alloggia, per godere pienamente dell’esperienza di vita nel borgo”.
Hanno collaborato: Anastasia Agostinone, Nicola Ciccocioppo, Monica Patricelli, Anastasia Santurbano (V A AFM); Michelle Cotellessa, Sabrina De Acetis, Linda Nardinocchi, Francesca Scavongelli (V A TUR)
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